Venere tra danza e design

Sono tante le veneri conosciute nella storia dell'arte, da quella antica di Milo a quella del  Botticelli, passando per sculture che rappresentano la nuda bellezza femminile in epoche più recenti come la Paolina di Canova.

C'è però una venere molto antica che viene considerata l'archetipo del femminino inteso come la grande madre o la madre terra: si tratta della venere di Willendorf che viene fatta risalire ad oltre 25.000 anni fa.
Si tratta di una piccola statuetta di circa undici centimetri, scolpita in pietra calcarea e dipinta con l'ocra rossa.

Le forme sono abbondanti e la nudità viene stemperata dall'acconciatura elaborata, anche se ancora non è possibile definire con certezza se si tratta di treccine di capelli o di un copricapo composto da perle o conchiglie.

Il design moderno molto spesso ha tratto  ispirazione dal passato, rivisitandolo e scrivendo nuove forme per adattarlo a nuove fruizioni diffuse.
Ma l'arte del passato non è mai relegata nel passato, soprattutto quando essa rappresenta archetipi così potenti da mantenere inalterato nel tempo il loro significato.

Questo è il caso della lampada, una vera e propria scultura moderna che ha fatto assumere a questa antica venere una figura di danza classica a metà tra l'arabesque e l'attitude, ma con lo slancio di entrambe le braccia verso l'esterno, quasi a cercare il volo, un volo di fantasia ed estasi.



La lampada-scultura è disponibile anche nei colori bianco e nero

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